Friday, January 13, 2012

Crollo dell'attività estrogenica delle ovaie

Parlando della menopausa che, come è ben noto, è caratterizzata da un vero e proprio crollo dell'attività estrogenica delle ovaie, possono essere presi in considerazione quali siano gli organi bersaglio degli estrogeni stessi e come, dalla carenza di questi, derivino alla donna notevoli implicazioni sintomatologiche e cliniche.

Più in particolare, si può dire che, tra gli organi ed apparati bersaglio dell'attività estrogenica, è compreso anche l'apparato cardiocircolatorio, tanto è vero che, mentre prima della menopausa gli accidenti ischemici, soprattutto miocardici, nella donna sono eccezionali, dopo l'instaurarsi della menopausa e specialmente della postmenopausa tali episodi tendono ad uguagliare, quando anche non li superano, quelli occorrenti in campo maschile.

La concentrazione ematica del colesterolo, dei trigliceridi, dei fosfolipidi ed il rapporto beta/gamma lipoproteine, aumentano in relazione all'aumentare dell'età in entrambi i sessi, ma in misura maggiore nella donna, mentre si ha una riduzione dell'HDL (cosidetto colesterolo buono).

Il fattore di diversificazione è rappresentato dall'evento menopausale, che facilita la dipendenza dell'iperlipemia (eccesso di grasso nel sangue) dall'età e, inoltre, è di per sè iperlipemizzante.

Vi è pertanto un nesso tra carenza estrogenica e alterazione dei lipidi, ma gli intimi meccanismi sono tutt'ora poco chiari. I problemi si complicano se preesistono, alla crisi menopausale, quadri dislipidemici che, con la crisi, si modificano determinando profili lipidici di difficile interpretazione e scarsamente aggredibili con la terapia e la dieta.

Considerando il colesterolo, e specialmente il rapporto colesterolo/HDL colesterolo quando esso sia superiore a 4,5, come fattore importante della patologia ischemica, sembra che la relativa protezione che ha il sesso femminile nei confronti dell'aterosclerosi, durante l'età feconda, sia da attribuirsi alla presenza degli estrogeni.

Anche se il ruolo protettivo degli estrogeni non è ancora chiaramente definito, sembra che l'azione di questi ormoni condizioni situazioni metaboliche più favorevoli.

Fino all'età menopausale, infatti, il sesso femminile è caratterizzato da più bassi livelli di colesterolemia totale e trigliceridi e da più alti livelli di HDL colesterolo. Con l'avvento della menopausa ed il declino della funzione ovarica, le modificazioni dell'assetto lipidico determinano l'inversione del rapporto tra fattori di protezione e fattori di rischio che si sommano a quelli eventualmente già presenti, quali l'obesità, il fumo) l'ipertensione. L'effetto cardioprotettivo degli estrogeni è sostanzialmente mediato dall'incremento dei livelli di HDL con la terapia sostitutiva estrogenica, tuttavia è stato stimato che più del 50% di tale effetto non sembra trovare tutt'ora una spiegazione.

L'aumento dell'HDL, cui non fa riscontro spesso la diminuzione del colesterolo totale, migliora comunque il rapporto colesterolo/HDL colesterolo che, come già precisato, dovrebbe non superare il valore di 4,5. Per questo, in caso di aumento notevole del colesterolo in menopausa, e che sembra non eccessivamente modificabile con diete ipocolesterolemizzanti, la terapia estrogenica dimostra buoni effetti aumentando per lo meno il tasso di colesterolo "buono" (l'HDL) in modo da migliorare il rapporto colesterolo/HDL.

Inoltre si è visto che, come la menopausa fisiologica aumenta il rischio di patologia cardiovascolare, la castrazione chirurgica eseguita in età premenopausale, e quindi la induzione di una menopausa precoce, aumenta il rischio cardiovascolare tanto più precocemente si è verificata l'asportazione delle ovaie.

Da diversi studi si evince che tale rischio risulta aumentato di 7 volte in donne sottoposte alla ablazione delle gonadi prima dei 35 anni. L'aumento reale del rischio coronarico in età climaterica e la possibilità di prevenzione mediante il controllo dei fattori che provocano il fatto aterogenetico (formazione dell'arteriosclerosi), richiamano l'attenzione del ginecologo sulla opportunità di diffondere le terapie ormonali sostitutive anche in funzione di prevenire quella che, a nostro avviso, sembra essere una delle patologie emergenti della terza età della donna, assieme alla osteoporosi, cioè l'ipercolesterolemia (aumento del colesterolo nel sangue) con tutti i rischi ad essa connessi.

No comments:

Post a Comment